Ho capito che la qualità degli alimenti è fondamentale per avere un regime alimentare sano ed equilibrato, ma anche le quantità fanno la loro parte.
Probabilmente mangiare 200gr di legumi a pasto non fa ingrassare, ma abitua lo stomaco a una mole di cibo che non appena vira verso sostanze a più alta concentrazione di grassi e zuccheri diventa deleterio per la linea. Insomma, ho compreso che ridurre le porzioni è fondamentale. Così come è importante non privarsi del tutto di alimenti che ci danno piacere, ma piuttosto imparare a trarre soddisfazione da una porzione contenuta.
A me non piace particolarmente la cioccolata, ma se la mangio in determinati giorni del mese, scelgo una extrafondente minimo al 75%, ne prendo un cubetto e lo lascio sciogliere in bocca. È un piacere duraturo, che non cambierei certo con un’intera tavoletta di cioccolata al latte da fagocitare a gran bocconi.
Così negli ultimi anni mi sono educata a questo tipo di scelte. Per esempio il formaggio: lo compriamo solo da alcuni produttori che conosciamo, di ottima qualità e in quantità contenuta. Quando finisce siamo obbligati ad attendere la visita successiva.
Allo stesso tempo mi sono accorta che la tendenza a eccedere a tavola mi coglie spesso. Siamo abituati per cultura e sedimentazioni generazionali ad abbondare con le porzioni: i nostri piatti sono enormi, così come le posate — singole e da portata; questo comporta un’attitudine inconscia a cercare soddisfazione nelle quantità. Anche nei ristoranti, per non parlare delle catene di fast food, la tendenza è questa: la proposta dei menu ci lancia sempre un messaggio rassicurante, ‘puoi mangiare tutto quello che ti proponiamo, è solo un menu, costa poco ed è completo’, in realtà è di gran lunga più di quello che un individuo dovrebbe assumere in un unico pasto.
Come riuscire a ridurre le porzioni nella cucina quotidiana?
Io ho fatto una scelta di campo: ho tolto di mezzo i piatti grandi, sia i piani che i fondi. Per ora utilizzo i piatti da frutta e le scodelline da consommé. Inoltre ho aggiunto al mio servizio da tutti i giorni qualche altro piattino colorato e decorato, anche se spaiato, per dare brio alla mia tavola.
Sto prendendo l’abitudine di servire direttamente tutte le portate, nei rispettivi piattini, cercando di arricchire i menu con pietanze facili di contorno, belle a vedersi, ma leggere, per sopperire al superpiatto di pasta o alla megabistecca (che comunque non mangiamo).
Ad esempio, invece di mettere a tavola un vassoio di melanzane grigliate (che sono comunque molto condite e danno adito a panini improvvisati e ‘scarpette’) con alcune fette di esse preparo degli involtini con verdure julienne e un bastoncino di formaggio e ne posiziono due in un piattino. Oppure invece di fare il piatto da portata di caprese, compongo bocconcini di mozzarella e pomodoro tenuti insieme da stecchini e posizionati nel piatto singolo per ogni componente della tavola, eventualmente accompagnati anche da quadrotti di pane tostato.
Insomma, mi ingegno per servire cose belle e buone in microporzioni. Se intendo fare una frittata, la arrotolo e ne servo le sezioni, oppure se è molto condita la riduco in forme squadrate e le servo su un letto di insalatina suddivisa per piatto.
Ridurre-le-porzioni-per-dimagrire-e-mantenersi-in-forma
Lascio ovviamente la possibilità ai commensali di fare un bis, ma mi accorgo che il più delle volte i diversivi aiutano a ridurre la quantità dei piatti ‘forti’.
Per il momento queste piccole strategie stanno funzionando.